Paolo Ionetti, il nostro condottiero

Si dice che la vittoria abbia tanti padri, ma la sconfitta sia sempre orfana. A dire il vero a creare questo celebre aforisma fu il poeta inglese ottocentesco John Keats, che venne citato più di un secolo dopo dal presidente John Fitzgerald Kennedy in un celebre discorso. In campo sportivo questa iconica frase venne poi ripresa in tutto il mondo, a tutte le latitudini, in tutti i contesti e in ogni disciplina da una infinità di allenatori, giocatori e soprattutto dirigenti…
Ecco, nella famiglia della Futsal Cesena abbiamo l’unico dirigente al mondo che ha completamente sovvertito il significato di questa frase, perché il nostro capo è Paolo Ionetti e da quando ha assunto un ruolo sempre più apicale nella struttura della nostra società ha continuamente ripetuto il “suo” mantra: «Alle vittorie io ci posso arrivare solo grazie a voi che siete i miei collaboratori e quando si perde non vi preoccupate, la faccia ce la metto io».
Così si presenta spesso il nostro direttore generale, l’unico a dare diretta paternità alle sconfitte sul campo, alle scelte sbagliate, agli errori che possono sempre capitare quando ci si impegna a far crescere una società sportiva, senza perdere troppo tempo in inutili ricerche di capri espiatori, cause esterne, arbitri venduti, episodi contrari.
Detto che in quasi 20 anni di devozione completa alla creatura di Stefano Ceccarelli, i veri errori di Paolo si possono davvero contare sulle dita della mano, rimangono scritti nella storia i risultati ottenuti e il viaggio che abbiamo intrapreso finora è stato davvero degno di essere vissuto, impossibile da dimenticare e incredibile in alcuni momenti.
Chi scrive ha passato 18 anni nei ranghi della Futsal Cesena, entrando tramite l’amicizia con Stefano Ceccarelli, quando Paolo era già dentro da un anno come allenatore della Juniores, per cui di questo viaggio ho conosciuto bene tutte le curve, i tornanti, le discese e soprattutto le salite, che in alcuni momenti parevano un Gran premio della montagna da correre sotto la pioggia e la grandine.
E Paolo, quando arrivavano le secchiate di acqua gelida, usciva fuori dicendo che dagli errori fatti bisogna sempre creare una opportunità e una lezione di vita, per andare avanti e cercare di crescere sempre e comunque…
È andato personalmente ad assumere allenatori e giocatori, in alcuni casi compiendo veri e propri capolavori, con i quali la squadra ha raggiunto traguardi impensabili. Ha convinto persone che non sapevano nemmeno dove fosse la palestra a diventare dirigenti accompagnatori, introdotto vecchi amici che sono stati in talune occasioni fondamentali per la nostra sopravvivenza (uno su tutti Francesco Tornatore).
Insieme abbiamo collaudato una struttura societaria anche dopo la traumatica uscita dalla Futsal Cesena di Stefano, che però ha mantenuto sempre un solido legame con Paolo; abbiamo superato il momento critico della separazione dal Torresavio, sempre con il nostro direttore che mostrava una incrollabile fiducia in chiunque, anche in chi commetteva qualche sbaglio. Perché il vero capo è quello che ti sta vicino SEMPRE, soprattutto quando le cose vanno male, e Paolo è sempre stato un maestro in questi casi.
Ora che il calcio a 5 (non si chiama più calcetto da un pezzo…) è tornato dopo tanti anni a interessare una bella fetta di appassionati nella nostra città, dopo che siamo stati a Policoro a giocare le INDIMENTICABILI Final Eight, dove giocatori e dirigenti di mezza Italia, a noi assolutamente sconosciuti, ci hanno fatto i complimenti innanzitutto per la squadra ma anche “perché tutti ci dicono che siete un’ottima società“, finalmente dopo tutto questo ci siamo resi conto meglio del grande lavoro che abbiamo fatto.
E ci siamo resi conto che i meriti del successo sono di tutti, per carità, come diceva il grande poeta… ma abbiamo capito anche una cosa: partendo dal più giovane della Juniores fino a capitan Pasolini, passando per chi raccoglie le casacche sudate a fine allenamento, nessuno di noi avrebbe mai dato così tanto, con così tanto impegno per seguire questo sogno se non ci fosse stato Paolo dietro ogni sconfitta, ogni delusione, ogni momento di crisi a dirci di andare avanti, di non voltarsi indietro… e di non preoccuparsi troppo se capita di perdere una partita, che tanto la faccia la mette sempre solo lui…
Un capo così merita di starsene, almeno per un momento, completamente da solo sul celeberrimo carro dei vincitori, che in realtà non è mai esistito, perché un paio di ore dopo la partita con il Lavagna e la definitiva ufficialità della promozione in serie A2, tutti sappiamo che Paolo stava già pensando alla prossima stagione. E noi non vediamo l’ora di scoprire come andrà a finire anche questa volta!

Alessandro Mambelli

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